La Pasqua e’ sicuramente la festa principale per l’ortodossia, quella piu’ sentita dalla gente e la ricorrenza che simboleggia meglio la grecita’.
È una grande festa carica di significato e di simbolismo, non solo per la crocifissione di Cristo e la sua risurrezione, ma anche per il passaggio dall’inverno alla primavera. Il termine “Pasqua” deriva dall’ebraico “Pesach”, che significa proprio “passaggio”. In questo giorno il popolo ebraico commemora la liberazione dall’Egitto ed il passaggio del Mar Rosso.
La Chiesa Ortodossa celebra la Pasqua (Πασχα in greco, traslitterato in Pascha) la prima domenica dopo la prima luna piena che segue l’equinozio di primavera, secondo il calendario giuliano; la data della Pasqua cattolica invece varia seguendo il calendario gregoriano.
La Settimana Santa della Pasqua Greca
Con la Domenica delle Palme termina la Quaresima ed inizia la Settimana Santa. Al mattino tutte le chiese offrono ai fedeli foglie di alloro benedette, usanza che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Ogni giorno della Settimana Santa è dedicato a degli eventi della Passione di Cristo.
Il Lunedì Santo è dedicato alla memoria di Giuseppe figlio di Giacobbe ed al “miracolo della maledizione del fico”, seccato da Gesù e descritto nei vangeli sinottici di Marco e Matteo.
Il Martedì Santo è dedicato alla “Parabola delle dieci vergini” che simboleggia la fedeltà e la prudenza. Nella messa vespertina si canta il “Tropario Kassianis”, uno degli inni più belli della liturgia bizantina.
Il Mercoledì Santo è dedicato alla memoria della peccatrice pentita, che si buttò ai suoi piedi, li unse e li profumò, episodio che si intreccia con la “Parabola dei due debitori”. In serata si celebra il sacramento dell’Olio Santo, che il sacerdote usa per ungere i fedeli sulla fronte, sulle guance e sul mento facendo il segno della croce.
Il Giovedì Santo è dedicato all’Ultima Cena, alla preghiera nell’oliveto del Getsemani, al tradimento di Giuda, l’arresto di Gesù, il rinnegamento di Pietro e la condanna di Pilato. Si leggono i dodici vangeli che descrivono la Passione di Cristo. Dopo il quinto si colloca in chiesa una croce in legno con il Cristo crocifisso.
Nella case si dipingono le uova di rosso e si prepara un pane dolce intrecciato chiamato tsoureki (τσοuρεκι), simile alla ciambella dell’Italia Meridionale chiamata Cuddhura o Puddhica, tipica della tradizione pasquale.
La sera del Giovedì Santo le ragazze adornano con i fiori bianchi l’Epitaffio, la bara che il giorno seguente riceverà il corpo di Gesù e verrà portata in processione.
Il Venerdì Santo è un giorno di lutto e nelle chiese si colloca l’epitafios, rappresentazione simbolica della tomba di Cristo, coperto di fiori e ghirlande. Al tramonto i fedeli portano l’epitafios in processione per le strade in una cerimonia molto suggestiva, accompagnandolo con candele accese.
A Nafpaktos, la Lepanto della celebre battaglia, è tradizione marciare in processione fino al porto illuminato da numerose fiaccole, dove le luci formano una croce in una scenografia ed un’atmosfera molto suggestive. A Etoliko (o Aitoliko) moltissimi pellegrini si recano in visita al locale Tempio della Vergine Maria, che ospita un Epitaffio risalente al XIII-XIV secolo.
Il Venerdì Santo è il giorno più sentito, vissuto con molta passione e sofferenza. È consuetudine in questo giorno consumare una zuppa di sesamo e lattuga o lenticchie con aceto.
Il Sabato Santo è dedicato alla sepoltura di Gesù. Poco prima della mezzanotte le persone portano grandi candele in chiesa, dove si celebra la messa della Resurrezione. Per i bambini è una festa particolarmente gioiosa, che ricevono da padrini e genitori candele decorate e uova di cioccolato.
Si spengono tutte le luci della chiesa ed il sacerdote dietro l’altare, portando con sé la candela con la fiamma eterna, annuncia la Resurrezione di Cristo.
Con questa stessa candela si accendono quelle delle persone in chiesa più vicine, e così da una all’altra le candele si accendo fra di loro. Questa fiamma in particolare, quella del sacerdote, arriva da Gerusalemme con un aereo militare ed è distribuita ai sacerdoti di tutte le chiese della Grecia, che a loro volta la passano a tutti i parrocchiani del Paese.
All’annuncio della Risurrezione (Χριστος ανεστη! Christos anesti!) le campane iniziano a suonare, esplodono i fuochi d’artificio e la gente si abbraccia e si scambia gli auguri.
Anche quella notte la famiglia si riunisce per una cena particolare con la zuppa speciale chiamata maghiritsa (μαγειριτσα), fatta con le interiora dell’agnello che si mangerà il giorno dopo nel pranzo pasquale.
Per la Pasqua si svolgono grandi feste in tutta la Grecia: si organizzano banchetti all’aperto a base di agnello allo spiedo, insalate e feta, dove non manca certamente l’ottimo vino greco e l’ouzo.
Si organizzano, in pieno spirito greco, balli collettivi ai quali partecipano tutti e spettacoli folkloristici. Le celebrazioni piu’ conosciute e probabilmente anche piu’ caratteristiche si svolgono a Corfù (Kerkyra), dove la Pasqua solitamente coincide con la festa di San Spiridione, il santo patrono locale.
Un’usanza molto comune nella Grecia Centrale è quella di accendere un falò con la fiamma della candele che rappresentano la risurrezione, sul cui fuoco vengono poi arrostiti numerosi agnelli, che vengono mangiati con le uova, i dolci ed il vino in una situazione di grande coinvolgimento generale.
Movimentata anche la festa di Megara (Atene) e di Livadia e Arachova, nei pressi di Delfi. A Kalymnos, nel Dodecaneso, si svolge la pittoresca benedizione delle barche per la pesca delle spugne.